Ho avuto premura di ricevere il consenso altrui, come se fosse lo stipendio a fine mese, come se "la gente" fosse quel gruppo di persone che mi da lavoro, i miei principali, i miei datori di lavoro, le persone a cui devo piacere per forza, per non ritrovarmi disoccupato. E così sono cresciuto per diverso tempo. Con l'ansia di piacere, con la preoccupazione di scoprire se qualcosa di me non andava bene.
Non era più vita, non riuscivo nemmeno a rendermi conto di quanto il tempo scorresse veloce. Un punto fondamentale è che il tempo non ritorna più indietro.
L'altro punto fondamentale è che agli altri non importa un fico secco di quello che fai o di chi sei, di come ti vesti, della gente che frequenti, della tua ideologia politica. Sei solo con te stesso, in mezzo a tanti con un sacchetto di plastica in testa. Tanti senza identità, uguali, plasmati al volere di chissà quale grande capo autoritario.
Mi sono rotto i coglioni di vivere per gli altri. Non so quante volte ho ribadito questo concetto, ma ogni volta che ripenso al mio passato provo rabbia...Mi sento un cretino che ha sprecato del tempo, che si è preoccupato eccessivamente. E adesso non può farci niente. Adesso deve solo guardarsi allo specchio e accettare di essere stato un pirla.
Partendo dal presupposto che CHI MI AMA MI SEGUE, non ha assolutamente senso cercare l'approvazione altrui. Le persone non si possono incentivare all'amore. Ci si innamora e basta.
Altro principio fonamentale è che a me non importa più un cazzo di tutto il resto del mondo, perchè le pochissime persone a cui tengo sono ben chiare nella mia mente, nel mio cuore. Tutto il resto del mondo è "contorno".
E' allucinante, ma ho rischiato diverse volte di perdere quelle pochissime persone fondamentali per la mia vita perchè ero troppo impegnato a FARE IL BRAVO RAGAZZO per ottenere il maggior numero di consensi. Sentirsi lodare, ricevere complimenti era qualcosa di impagabile. Poi ho scoperto che non erano sempre sinceri e che le stesse persone che oggi ti dicono BRAVO domani ti chiamano STUPIDO.